Post

Forty days of high tension- the 2nd New Zealand Division in Trieste, May-June 1945

Immagine
  Quaranta giorni ad alta tensione – la 2^ Divisione neozelandese a Trieste, maggio-giugno 1945 Quando il Generale Freyberg, Comandante delle forze neozelandesi, ricevette istruzioni di proseguire a tutta velocità per Trieste, il 30 aprile 1945, la Divisione era già al Piave. Nella corsa, ormai considerata una necessità politica, la Divisione fu molto aiutata non solo da una buona rete stradale e un nemico più incline ad arrendersi che a combattere, ma anche dalle preziose informazioni fornite dai partigiani italiani, e da una rete telefonica miracolosamente funzionante. Il giorno dopo, i Neozelandese attraversarono l’Isonzo e percepirono subito un’atmosfera di tensione e paura. I partigiani di Tito erano già arrivati a Monfalcone e cercarono di convincere Freyberg che la regione era già in mano loro (in realtà, in quel momento, occupavano solo Gorizia e Monfalcone). Freyberg ne dubitava e comunque i suoi ordini erano di arrivare a Trieste. Perdendo tempo nel tentativo di trattar...

The 2nd New Zealand Division crosses the Po River - Anzac Day 1945

Immagine
  A 26 Battalion transport convoy waiting to cross the Po (Ref. WH2-26BaP037) La Seconda Divisione neozelandese e ’attraversamento del Po – il 25 aprile 1945 Dopo la battaglia dei fiumi in Emilia-Romagna, la Seconda Divisione neozelandese si diresse al nord verso il Po. Muovendosi sempre come un fronte, con la Quinta Brigata a destra e la Sesta a sinistra, bypassando San Giorgio di Piano e San Pietro in Casale , ancora occupati da forze nemiche, la Divisione si spinse fino all’ansa settentrionale del Fiume Reno. Minimizzando ostacoli e perdite, le due brigate di fanteria poterono avanzare in parallelo verso la grande barriera del Po. Lungo tutto il loro percorso, i bordi delle strade erano disseminati di relitti di mezzi di trasporto, incendiati o distrutti, e di attrezzature ed armi abbandonate. Fu una scena di devastazione tale che I soldati neozelandesi non vedevano dai tempi di El Alamein. La mattina del 24 aprile 1945, le due brigate neozelandesi attraversarono il Reno m...

The last battles in Italy: the 2nd New Zealand Division in Operation Buckland, April 1945

Immagine
Le ultime battaglie in Emilia-Romagna: la Seconda Divisione neozelandese nell’Operazione Buckland, aprile 1945 Nell’ultima fase della Campagna d’Italia, gli Alleati erano numericamente inferiori ai Tedeschi (quattordici divisioni contro diciassette), ma godevano di una schiacciante superiorità di armi e munizioni, e le loro truppe erano esperte e riposate. Inoltre, potevano contare sulla preziosa collaborazione dei partigiani italiani, ormai forniti e coordinati dagli Alleati. La Seconda Divisione neozelandese rientrò al fronte il 2 aprile, sostituendo la 56^ Divisione britannica sul fiume Senio, e occupando un tratto di sponda di circa 11 chilometri fra Felisio e Cotignola. La sera del 9 aprile 1945, dopo un martellamento incessante, prima aereo e poi con l’artiglieria ed i lanciafiamme, sugli argini del Senio, lungo l’intero fronte, la fanteria neozelandese della 5^ e 6^ brigata (due battaglioni ciascuna), con il 2^ Corpo polacco sul fianco sinistra e l’8^ Divisione indiana sul fia...

Behind barbed wire - New Zealand soldiers and Italian POW camps

Immagine
Dietro il filo spinato - Prigionieri di Guerra Neozelandesi in Italia, 1942-43 La maggior parte dei prigionieri di guerra neozelandesi detenuti in Italia fu catturata durante la campagna del Nord Africa. Dopo un periodo nei campi di transito a Bengasi vennero trasportati in Italia, sbarcando a Taranto, Salerno o Napoli. Alcuni, presi durante la campagna di Grecia, approdarono a Bari o Brindisi. La navigazione nel Mediterraneo fu sempre molto rischiosa a causa degli incessanti attacchi alleati, e molti non arrivarono sul suolo italiano. I prigionieri sopravvissuti alla traversata furono trasportati a tappe più a nord, passando per campi di transito come PG 85 Tuturano, PG 75 Bari, PG 51 Altamura, PG 65 Gravina, e PG 66 Capua. Furono destinati a campi nel nord Italia, soprattutto nelle regioni di Piemonte, Lombardia, Liguria, Veneto e Friuli Venezia-Giulia. Diversi avevano sottocampi che erano campi di lavoro, come PG78/1 Acquafredda, sottocampo di PG 78 Sulmona, e PG 107/4 San Donà ...